sabbie

non giudicare chi tenta e fallisce ma chi non vuole tentare

In questo forum si discuterà sul dibattito "I giovani e la TV" fatto in classe il 17 gennaio 2009
Ai seguenti links, potete trovare i momenti del dibattito, suddiviso in cinque video per motivi di accessibilità.

I giovani e la TV-introduzione
I giovani e la TV-giro di opinioni
I giovani e la TV-rapporto con la politica
I giovani e la TV-interviene il pubblico
I giovani e la TV-finale

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Potete inserire le vostre opinioni replicando al forum oppure inserendo commenti sotto al video, discutendo così in modo separato i vari momenti del dibattito.
Bene ragazzi, a questo punto è venuto il momento di ragionare su come è stato portato avanti il nostro dibattito sulla tv. Innanzi tutto bisogna dire che il livello di rispetto reciproco negli interventi e nell'ascolto è stato molto buono, cosa di cui dovrebbero tenere conto molti professionisti dello spettacolo... Anche per le discussioni in classe, nate spontaneamente, bisognerebbe tenere conto di come sia stato possibile comunicare bene nel silenzio e nel rispetto dei turni di parola.
Non avendo fatto alcuna prova prima delle riprese, direi che possiamo ritenerci più che soddisfatti di come si sono svolte le cose, per ordine e concentrazione.
Ciò detto, però, bisogna anche avere il coraggio di un po' di autocritica. L'attività vi è stata proposta per riflettere sull'esposizione orale, su cosa significhi esporsi in pubblico per riportare il proprio pensiero o il pensiero altrui. Tutti vi sarete accorti che ognuno dei partecipanti al dibattito ha reagito a suo modo nei confronti della telecamera. Quando ci si presenta in pubblico bisogna imparare a gestire emozioni, insicurezze, eccesso di esuberanza... Molte cose che, se tenute sotto controllo, possono fare di voi degli ottimi conferenzieri.
Vi propongo di guardare di nuovo i video e di osservare, intanto, alcuni elementi.
In primo luogo proviamo ad osservare il modo in cui ognuno usava o non usava il proprio fisico. Riguardando il video, potete notare delle particolari posture assunte dai nostri relatori? Notate dei tic particolari, dei gesti ripetuti o altro? Come erano seduti sulle proprie sedie? E chi non era seduto?
Il modo di parlare: com'era la voce dei vostri compagni? Come ognuno ha usato il proprio tono di voce? C'è chi ha parlato più a bassa voce e chi a voce più alta?
Cercate di fare tutte le osservazioni che vi vengono in mente in merito a queste linee guide, da qui partiremo per un confronto.
Chiaramente lo spirito delle osservazioni deve essere assolutamente costruttivo, ringraziamo anche le nostre "cavie" per averci fornito del materiale su cui dibattere. Sarà particolarmente interessante conoscere la vostra opinione in merito: come avete vissuto il vostro ruolo di ospiti del talk-show?
Aspetto i vostri numerosi commenti e siate pignoli!
Non abbiate paura di inserire i vostri commenti...ricordate quello che v i ho sempre detto...queste cose servono per "mettersi in gioco". Mettendosi in gioco uno ...cresce.
ok allora comincio io con un autocritica!!
mi impapino!!!che in italiano penso voglia dire che mi mangio le parole e sono in agitazione davanti le persone.
posso dirti sinceramente una cosa Mattia? Ho anche io lo stesso identico problema, non ti sto a descrivere come mi sono sentito a teatro la prima volta che mi son trovato a vedere il sipario che si apriva... sarei volentieri scomparso sotto un tavolo se avessi potuto.
C'è una cosa che mi ha salvato quella volta, e che mi salva ancora adesso, pensare ce chi mi guarda non è per nulla migliore di me e che se non gli va cosa sto facendo scendo e me lo trascino sul palco e gli faccio continuare ciò che ho sospeso.
Pensaci...
Che posso dire io su questo dibattito?
Quindi, innanzi tutto complimenti a tutti, a chi, con molta calma e pacatezza, s'è messo in gioco e pure complimenti a chi se n'è stato tranquillo a godersi lo spettacolo nell'invidia degli improvvisati conferenzieri.
Credo che il prodotto finale sia veamente carino, critiche ne potrei muovere qualcuna, molte delle quali più che altro strumentali... beh, vediamo un pò che si può fare...
Sono convinto che in tutta questa nostra esperienza vi sia un ostacolo, un ostacolo abbastanza rilevante da superare. Quell'ostacolo a mio avisso è la noia. Un dibattito diventa noioso, a mio dire, quando mancano gli stimoli, quando si sta là in 10 a parlare di cose che non si capiscono e non si condividono, quando si sta a parlare per "fare un piacere a...". Lo sò, questo non è il nostro caso, l'argomento era carino e ci ha presi un po' tutti io credo, ma una prossima volta bisognerà tenerne conto. Un piccolo esempio di ciò che io intendo per stimolo lo potete avere nel "rapporto con la politica", mia piccola carognata ai conferenzieri ai quali nessuno aveva detto di prepararsi sull'argomento. Rovesciare gli schemi, sovvertire un attimo l'ordine costituito e generare un minimo di pathos, neuroni che saltano di qua e di là come pop corn iperattivi per generare le due cose più importanti di tutte: INTERESSE & CURIOSITA'.

Spero di non aver riempito eccessivamente questo spazio di sciocchezze e di cialtronate grammaticali.
In questi due giorni che non sono venuta a scuola, ho partecipato ad un convegno a Bologna. S'intitolava "Da Socrate a Google: modi di apprendere del nuovo millennio". Che cosa mi sono portata a casa? il primo giorno si è detto proprio che l'unica cosa che può portare a "imparare" è la motivazione. e la motivazione nasce dall'interesse e dalla curiosità. si è detto che un uso "intelligente" di queste cose può portare ad avere dei risultati positivi... il secondo giorno però c'è stato un applauso molto lungo ad un conferenziere che diceva che la scuola deve staccarsi dalla vita quotidiana, deve "ristabilire l'ordine" . io penso invece che la scuola non può non tenere conto di tutto quello che voi fate fuori dalla scuola, non può non tener conto che c'è la tv, c'è internet, c'è il cell, c'è facebook..nel nostro piccolo tentativo di capire da che parte dobbiamo andare , credo che siamo sulla buona strada. allora date sfogo a questa curiosità, vincete la NOIA e soprattutto ..non svendete il vostro cervello. ieri si diceva che nella scuola forse si vedrà qualche cambiamento verso il 2020...ho fatto un po' di conti...a quell'epoca i prof sarete voi, nativi digitali che insegnano ad altri nativi digitali ...allora...vi pongo una domanda: è vero che google rende stupidi? (era il titolo di un intervento nel dibattito...)
Per conto mio google non rende stupidi in quanto google, rende stupidi se usato "male". Grazie al cavolo... "male"...
Per conto mio dentro google vi è una consistente parte dell'intelligenza mondiale, v'è la cultura e la scienza, ma da controparte vi sono anche in misura analoga le schifezze: pornografia ed idiozia in primis. Ma per me si sbaglia a vedere google come una cosa a se stante, google è lo specchio della nostra società, nel bene e nel male, c'è una frase molto carina che m'è capitato di sentire: "mona se nase sveji se diventa". Con questo voglio rialacciarmi alla mia prima affermazione, stupidi si è con o senza google, google è uno strumento e come tutti gli strumenti può accentuare o attenuare una condizione pre-esistente come la stupidità. Usare google male vuol dire accentuare questa stupidità, finchè lo fanno persone adulte, che sono "mone" da quando erano fanciulle e che tali moriranno me ne frega fino ad un certo punto, io mi preoccupo di quelli che mone già lo sono ma che hanno un età tale da poter rimediare qualcosa. E se queste persone non possono rimediare perchè non gli vengono forniti gli strumenti per farlo i responsabili di questa mancanza andrebbero perseguiti penalmente perchè hanno la responsabilità l'idiozia di una persona, una cosa ben più grave di un omicidio (in questi tempi di eutanasia imperante) perchè costringe una persona in un'agonia cerebrale. Ovviamente parlo per estremi, ma credo che esperienze come la nostra, con il sabbione e via discorrendo, anche se ancora abbozzate e con tutti i difetti e le mancanze che si trascinano dietro ci formino ad un mondo a cui la gran parte degli adulti non è preparata e che la gran parte dei nostri coetanei vede come modo per perseguire le esperienze più sudice che i nostri torrenti d'ormoni liberi ci suggeriscono (si, perchè li suggeriscono a tutti, me compreso, sta poi all'intelligenza e agli attributi di una persona se ascoltarli o meno).
quindi siamo d'accordo che google è solo uno strumento e, come tutti gli strumenti, bisogna saperlo adoperare. però c'è una cosa che bisogna tener presente: l'intelligenza collettiva (quella che tu chiami mondiale) si forma nel momento in cui c'è un giro di informazioni da molti a molti, cioè c'è una "rete" , fatta di persone, che si scambiano informazioni. ora questa "intelligenza" cresce, va avanti, solo quando vale quella strana addizione di cui vi parlavo un giorno, cioè quell'addizione in cui 1+1 fa 2,5! cosa voglio dire? voglio dire che se utilizzo google per fare ricerche e l'unica cosa che faccio (se le trovo) è copia incolla, non sto utilizzando bene questo strumento; lo utilizzo bene se faccio mie quelle informazioni e le riproduco, arricchendole del contesto in cui le ho usate e rimettendole in rete così arricchite. cioè google non è quella cosa in cui c'è la cultura e la scienza come un calderone, è solo un insieme di persone che si scambiano informazioni. ecco perchè è importante che ciò che mettiamo in rete sia qualcosa che noi "sappiamo" e che mettiamo a disposizione di altri. cosa vuol dire "sappiamo"? vuol dire che è qualcosa che abbiamo triturato, sconquassato, pensato, distrutto e ...ricostruito a modo nostro, come il nostro cervello ci dice. se io so riprodurre a modo mio una cosa, vuol dire che quella cosa la so. e solo se la so posso dirla ad altri. è chiaro poi che, perchè il mio cervello sia disposto a "sapere", deve essere interessato ..e qui si apre un'altra dolente nota!
Ho letto l'invito alla riflessione su Google, un tema su cui mi trovo a riflettere spesso. Ho un rapporto di odio e amore nei confronti delle nuove tecnologie, a volte mi perdo nella quantità di stimoli visivi delle piattaforme on line e cerco di capire quale possa essere un approccio che mi dia senza sottrarre.
Cosa intendo?
Ogni strumento, come tale, deve essere usato con intelligenza e attenzione, a mio parere, focalizzando l'attenzione non solo sulla forma ma, come ricordava appunto Antonella, sui contenuti. Parlo di ciò che so e cerco di inserire quello che acquisisco all'interno di un rete in cui mantenga un senso. A volte avere mille informazioni senza che ci sia una riflessione che riesca a contestualizzarle può essere controproducente. Imparare ad acquisire dandosi il tempo di assimilare è una sorta di resistenza salutare al grande numero di informazioni che ci raggiungono (sempre a mio parere, ovviamente).
A questo proposito mi ha fatto riflettere un tema relativo al dibattito che abbiamo fatto in classe su Giovani e tv. Credo abbia a che fare, in qualche modo, proprio col significato di usare realmente uno strumento per intrecciare pensieri, non in modo fine a se stesso.
Nel suo tema il vostro compagno (che invito a svelare la propria identità portando avanti le proprie posizioni) si dice un po' deluso da come si è svolto il dibattito. Sì, tutti sono stati silenziosi e educati nel fare quello che veniva loro chiesto, ma c'è stato un vero dialogo sui contenuti? Ci siamo davvero esposti con le nostre idee? In qualche modo è come se la forma, la simulaizone televisiva, la paura di fare una brutta figura davanti alla telecamera, la necessità di imitare quello che avviene in uno studio televisivo, avesse distratto tutti dall'occuparsi dei reali contenuti della discussione.
Cosa ne pensate? Qualcuno di voi ha avuto la stessa impressione? E che cosa ha a che fare questo con internet e Google?
In qualche modo lo spazio virtuale, che si può gestire per iscritto e nella tranquillità della propria stanza, dovrebbe essere il luogo migliore per esprimere le proprie idee più vere, senza preoccuparsi della messa in scena che abbiamo sperimentato in classe...
Che cosa ne pensate?
Credo di potermi dire toralmente d'accordo col nostro "mister X" (lasciamo che sia lui a farsi avanti se vuole), solo che credo di poter dare una parziale giustificazione all'atteggiamento collettivo durante il dibattito: si trattava di simulazione.
Mi spiego meglio: un conto è la realtà dove io vado a difendere ideali in cui credo e un conto è un esercizio esemplificativo in cui simulo parzialmente un ruolo che non è il mio (vedi, ad esempio, il ruolo del rappresentante della tv spazzatura confrontato con quello con quello della rappresentate dei giovani, sono stati entrambi bravi, ma tra i due risultà più credibile la giovane perchè è, almeno in parte, se stessa).
Con questo mi permetto di provocare io un po' il nostro mister X e il suo "J'accuse" (sempre che si scriva così, non me ne voglia la prof. Bizzo ma il mio francese è assai debole): credi forse che noteresti lo stesso "buonismo imperante" se ci mettessimo a parlare di politica piuttosto che di qualsiasi altra cosa a noi più vicina? Ti faccio un esempio abbastanza fresco: martedì durante l'ora di poesia e teatro quando con Mattia Pistello ci siamo trovati a parlare sull'amore, ti ricordi la differenza di piglio? Le reazioni?
Bene, prova a rifletterci e sappimi dire.
Salve lettori, ora svelerò il segreto di "Mr. X"... credo che anche lui volgia essere riconosciuto x quello che dice quindi svelerò il suo nome in un messaggio cifrato:

;-) Comunque... hai fatto delle buone osservazioni su quello che dici alla fine del tuo intervento, nel complesso... Credo di capire che quello che stai cercando di mettere in risalto, credo tu voglia dire: "non importa alla gente di cosa TRATTA LA COSA CHE VEDE, interessante o insignificante che sia, MA SOLO DI CIO' CHE VEDE, PUNTO!". Su questo si basa il mondo della TV e della popolarità, raccomandata o gratuita sempre che sia, al giorno d'oggi. Si basa tutto su delle fondamenta di "Personaggi" costruiti in serie e che sono una moda... tra poco passeranno, come tutto nella musica pop di oggi (qualcuno li sente più nominare i Tokio Hotel... ooh! quanto mi dispiace che non saltano più fuori su MTV!!! [è sarcastico]), e nessuno si ricorderà più di loro perchè infondo non lo meritano (esemplifico: concorrenti del Grande Fratello)... Ciauz... Soranz. P.S.: EL MEON XE' BON...

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